La linea funicolare al Monte dei Cappuccini fu costruita nel 1885 e inaugurata nel dicembre dello stesso anno, sull’onda dell’entusiasmo riscosso da quella di Superga realizzata l’anno prima. Il progetto fu concepito dall’ing. Alessandro Ferretti, il quale ideò anche un originale sistema di frenatura d’emergenza in caso di rottura della fune traente. Esso era «studiato in modo da utilizzare, per l’arresto, il peso della vettura e del suo carico, ciò col mezzo d’un semplice giuoco di leve che entrano in azione nel momento di rottura della fune di trazione e promuovono l’abbassamento di tutti gli assi delle vetture e di due ceppi in ghisa con incavo a coda di rondine uniti a detti assi, i quali ceppi vengono ad appoggiarsi sulle rotaie e procurano il graduale arresto delle vetture. Il miglior pregio di questo freno è appunto questo graduale frenamento, col quale si distrugge ogni spiacevole scossa quando per un accidente qualunque entra in azione» (1).

La trazione era assicurata da un motore a gas verticale di circa 4 hp di potenza, il quale agiva su una puleggia di 2 m di diametro in cui scorreva la fune metallica. Il motore era in grado di far salire una vettura carica anche se quella discendente era vuota.
La funicolare raggiungeva con 120 m di binari e una pendenza media del 36 % in circa due minuti i 282,95 m d’altezza (2) della collinetta, meta preferita dei torinesi per la merenda del lunedì di Pasqua. La tratta era a doppio binario – con scostamento di m 0,80 – timidamente illuminata nelle ore serali da alcuni lampioni elettrici; infatti Torino è stata la prima città europea a dotarsi di illuminazione pubblica elettrica, nel 1882, a Porta Nuova. Un grazioso chiosco in legno, posto al margine inferiore del boschetto, praticamente al livello dell’attuale Corso Moncalieri (all’epoca Viale di Moncalieri), costituiva la stazione di partenza. Quella di arrivo giungeva dove adesso vi è il piazzaletto prospiciente l’ingresso del Centro Incontri.
Nei pressi della stazione a valle, parallela ai binari sul lato destro, una scritta cubitale con tanto di freccia indicava la Vedetta Alpina ed il Museo. All’arrivo, i viaggiatori erano accolti dalla gigantesca scritta “Birraria” (con la “a”), posta sul frontale della stazione, ben visibile anche dabbasso. Essa si trovava dove adesso c’è il contrafforte con la statua della Madonna e fu demolita nel 1960. Non a caso, quindi, la pubblicità di una marca di birra (“Metzger Torino”) decorava le vetturette, sulle quali potevano trovare posto quattro persone; ma un cartello posto alla partenza avvertiva che la cabina sarebbe partita anche con un solo passeggero.
Durante la stagione invernale d’inaugurazione l’impianto era funzionante solo nei giorni festivi al prezzo di 10 centesimi a corsa, indipendentemente dalla direzione. Successivamente si passò al biglietto di sola salita a 15 centesimi e a quello di andata e ritorno a 20. Nel 1900 con 50 centesimi si visitava anche il Museo. L’orario era dalle 8 alle 19, prolungato fino alle 23 durante l’estate. Il tragitto si svolgeva lentamente nel boschetto e per i bambini di allora costituiva motivo di grande divertimento.
La funicolare del Monte dei Cappuccini, pur essendo una delle prime in Italia – se si tiene conto che quella di Superga, inaugurata nel 1884, è la seconda in assoluto – non mi risulta abbia dato origine a componimenti musicali, come nel caso di una celebre canzone partenopea. La collinetta su cui correva ha però il primato d’essere stata probabilmente la prima ed unica pista di sci “urbana” non artificiale. Infatti, negli anni ’30, quando le nevicate erano copiose, i ragazzini (ma non solo!) torinesi ne usavano le pendici per sciare o per scivolare con gli slittini. Nella maggioranza dei casi, al divertimento per la scivolata s’aggiungeva la soddisfazione di usare attrezzatura fatta con le proprie mani.

La funicolare dei Cappuccini si è fermata per sempre il 31 marzo 1942 a causa della guerra, terminata la quale si iniziò lo smantellamento, ultimato nel 1961 con la demolizione della stazione superiore. Così è sparito un altro pezzo di Torino.

Nota 1) Citazione tratta dalla Rivista Mensile del CAI, 31.12.1885
Nota 2) Misurazione satellitare effettuata il 21 maggio 2001

Oggi il mezzo pubblico più vicino per raggiungere il Centro Incontri è la linea GTT 53, che effettua la fermata in C.so G. Lanza angolo via Giardino/Salita al CAI Torino. In P.za Gran Madre passano varie linee, tra cui le più frequenti sono la 13 e la 56.
Chi fosse interessato ad ulteriori notizie sulla funicolare e sulla “birraria”, può trovarle sul Cahier 6 Museomontagna – Storia del Museo del 1981.

Mauro Brusa  fonte www.caitorino.it

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