La direttiva “Case Green” a Torino e come altre città d’Italia e dell’Unione Europea dal 2030 promuove efficienza energetica, energie rinnovabili, isolamento termico, pannelli solari e tecnologie intelligenti per edifici sostenibili e riduzione delle emissioni.

L’obiettivo principale di questa direttiva è chiaro: ridurre le emissioni degli edifici italiani del 55% rispetto ai valori del 1990, ponendo così le basi per raggiungere l’ambizioso traguardo delle emissioni zero entro il 2050.

Tuttavia, si è consapevoli che questi obiettivi ambiziosi richiedono tempo per essere raggiunti. Pertanto, l’Unione Europea ha stabilito traguardi intermedi legati alle classi energetiche, ai tipi di sistemi di riscaldamento consentiti e all’abolizione dei sussidi.

Oltre ad altri strumenti per ridurre  le emissioni , si  potrebbe richiedere insufflaggio nell’intercapedine negli edifici come parte degli sforzi per la sostenibilità. Questa soluzione migliora l’isolamento termico tramite l’insufflaggio di materiali isolanti, riducendo le perdite energetiche e promuovendo l’efficienza energetica.

Secondo il testo della direttiva, entro il 2030 gli edifici residenziali esistenti dovranno raggiungere la classe energetica E e passare successivamente alla classe D entro il 2033. Gli edifici di nuova costruzione, invece, dovranno rispettare direttamente lo standard delle emissioni zero a partire dal 2028. Per quanto riguarda gli edifici non residenziali, dovranno raggiungere la classe E entro il 2027 e la classe D entro il 2030.

L’aggiornamento della classe energetica di un edificio avverrà quando l’edificio viene venduto, sottoposto a una ristrutturazione significativa o quando viene firmato un nuovo contratto di affitto. Ciò significa che chi non si conforma a questa direttiva non potrà vendere, ristrutturare o affittare un immobile.

Tuttavia, sono previste alcune categorie di edifici che possono essere esentati da tali requisiti, come gli edifici storici protetti, gli edifici tecnici, i monumenti, le chiese e i luoghi di culto. Inoltre, gli Stati membri potranno estendere le esenzioni anche agli edifici di edilizia sociale pubblica, qualora le ristrutturazioni comportino aumenti degli affitti non compensabili attraverso i risparmi energetici.

La situazione in Italia presenta alcune sfide particolari a causa della natura storica di gran parte degli edifici. Attualmente, il 34,3% degli edifici residenziali nel paese appartiene alla classe G e il 25,4% alla classe F. Ciò significa che oltre il 50% delle abitazioni italiane richiede interventi di efficientamento energetico per rispettare i requisiti indicati dalla direttiva.

Tuttavia, i numeri subiranno una revisione a seguito del ricalcolo della classe G, che sarà associata al 15% degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche in tutto il paese, come stabilito dall’Unione Europea.

Le valutazioni delle associazioni di settore non sono del tutto ottimistiche. Confedilizia afferma che in molti casi gli interventi previsti potrebbero non essere fattibili a causa delle caratteristiche specifiche degli edifici interessati. L’ANCE, invece, sostiene che, considerando il numero di ristrutturazioni annuali effettuate con il superbonus, rispettare i termini legati alla decarbonizzazione del patrimonio edilizio potrebbe essere impossibile.

Tuttavia, ci sono anche opinioni diverse che sostengono che migliorare in modo sostenibile le classi energetiche non sia impossibile, sfruttando interventi parziali anziché ristrutturazioni profonde. L’importante è puntare a ridTitolo: Direttiva UE per le Case Green: Un Passo Verso un Futuro Sostenibile entro il 2030

Con un ampio consenso di 343 voti favorevoli, 126 contrari e 78 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato la discussa direttiva riguardante le case green, un provvedimento finalizzato al miglioramento delle performance energetiche degli edifici, già incluso nel pacchetto di riforme “Fit for 55”.

L’obiettivo principale di questa direttiva è chiaro: ridurre le emissioni degli edifici italiani del 55% rispetto ai valori del 1990, ponendo così le basi per raggiungere l’ambizioso traguardo delle emissioni zero entro il 2050.

Tuttavia, si è consapevoli che questi obiettivi ambiziosi richiedono tempo per essere raggiunti. Pertanto, l’Unione Europea ha stabilito traguardi intermedi legati alle classi energetiche, ai tipi di sistemi di riscaldamento consentiti e all’abolizione dei sussidi.

Secondo il testo della direttiva, entro il 2030 gli edifici residenziali esistenti dovranno raggiungere la classe energetica E e passare successivamente alla classe D entro il 2033. Gli edifici di nuova costruzione, invece, dovranno rispettare direttamente lo standard delle emissioni zero a partire dal 2028. Per quanto riguarda gli edifici non residenziali, dovranno raggiungere la classe E entro il 2027 e la classe D entro il 2030.

L’aggiornamento della classe energetica di un edificio avverrà quando l’edificio viene venduto, sottoposto a una ristrutturazione significativa o quando viene firmato un nuovo contratto di affitto. Ciò significa che chi non si conforma a questa direttiva non potrà vendere, ristrutturare o affittare un immobile.

Tuttavia, sono previste alcune categorie di edifici che possono essere esentati da tali requisiti, come gli edifici storici protetti, gli edifici tecnici, i monumenti, le chiese e i luoghi di culto. Inoltre, gli Stati membri potranno estendere le esenzioni anche agli edifici di edilizia sociale pubblica, qualora le ristrutturazioni comportino aumenti degli affitti non compensabili attraverso i risparmi energetici.

La situazione in Italia presenta alcune sfide particolari a causa della natura storica di gran parte degli edifici. Attualmente, il 34,3% degli edifici residenziali nel paese appartiene alla classe G e il 25,4% alla classe F. Ciò significa che oltre il 50% delle abitazioni italiane richiede interventi di efficientamento energetico per rispettare i requisiti indicati dalla direttiva.

Tuttavia, i numeri subiranno una revisione a seguito del ricalcolo della classe G, che sarà associata al 15% degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche in tutto il paese, come stabilito dall’Unione Europea.

Le valutazioni delle associazioni di settore non sono del tutto ottimistiche. Confedilizia afferma che in molti casi gli interventi previsti potrebbero non essere fattibili a causa delle caratteristiche specifiche degli edifici interessati. L’ANCE, invece, sostiene che, considerando il numero di ristrutturazioni annuali effettuate con il superbonus, rispettare i termini legati alla decarbonizzazione del patrimonio edilizio potrebbe essere impossibile.

Tuttavia, ci sono anche opinioni diverse che sostengono che migliorare in modo sostenibile le classi energetiche non sia impossibile, sfruttando interventi parziali anziché ristrutturazioni profonde. L’importante è puntare a ridurre le emissioni attraverso l’adozione di soluzioni innovative e efficienti, come l’installazione di pannelli solari, l’isolamento termico degli edifici, l’utilizzo di sistemi di riscaldamento a basso consumo e l’implementazione di tecnologie intelligenti per il monitoraggio e la gestione dell’energia.

Inoltre, la direttiva prevede anche l’abolizione dei sussidi per i combustibili fossili utilizzati per il riscaldamento degli edifici, incoraggiando invece l’adozione di fonti di energia rinnovabile e sostenibile. Questa misura mira a promuovere una transizione verso un sistema energetico basato su fonti pulite e a ridurre la dipendenza dalle risorse non rinnovabili.

L’implementazione di questa direttiva richiederà un impegno congiunto da parte delle istituzioni europee, degli Stati membri, dei proprietari di edifici e dei cittadini. Saranno necessari investimenti significativi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici esistenti e garantire che le nuove costruzioni rispettino gli standard delle case green.

Tuttavia, gli sforzi compiuti per raggiungere questi obiettivi avranno notevoli benefici a lungo termine. Oltre alla riduzione delle emissioni di gas serra e all’effetto positivo sul clima, l’adozione di case green porterà a una maggiore qualità dell’aria, a un miglior comfort abitativo e a un risparmio economico per i proprietari, grazie alla riduzione dei costi energetici.

La direttiva UE per le case green rappresenta un passo significativo verso un futuro sostenibile entro il 2030. Attraverso l’adozione di misure volte a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, ridurre le emissioni e promuovere l’uso di fonti di energia rinnovabile, si mira a creare un ambiente abitativo più sano e a contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.