santo_graal_torinoIl Santo Graal è a Torino? Forse sì – sostiene la Dembech, che con il suo libro “Torino – Città Magica” ha dato il via a una leggenda affascinante quanto dubbia che legherebbe la presenza del Sacro Calice alla città subalpina.

Da allora- era il 1978 – si è scatenata la giostra delle ipotesi sul nascondiglio del Graal: c’è chi dice che sia sepolto nei sotterranei della Gran Madre, chi lo vuole nascosto nella coppa che la scultura della Fede porge al cielo, chi sepolto nel luogo che la scultura indicherebbe con lo sguardo (difficile definire il luogo esatto, considerato che la statua non ha le pupille).

In un secondo volume, la Dembech chiarì che il Graal sarebbe presente a Torino come simbolo e non come oggetto, quasi a volersi esonerare dalla pressione delle centinaia di lettere a lei indirizzate, “Il Graal è un simbolo immateriale, nessuno l’ha mai più custodito o catturato. […] Escludiamo dunque l’ipotesi di un Graal sepolto o murato da qualche parte, a Torino o altrove. […] Come simbolo in effetti, potrebbe trovarsi a Torino, come oggetto no!” Il 26 febbraio del 1988 Cesare Medail scrisse sul Corriere della Sera: “Se si tratta di un oggetto e non di un simbolo, dove potrebbe essere il Graal? […] [A] Torino.

Giunto nel capoluogo insieme alla Sindone, sarebbe nascosto nel tempio della Gran Madre”. Nel Corriere della Sera del 30 giugno 2002, il giornalista Emanuele Gamba fece riferimento ad uno studio del Politecnico che avrebbe tracciato la traiettoria dello sguardo della Statua della Fede: secondo questo studio il nascondiglio della reliquia sarebbe Palazzo di Città e, a confermare l’ipotesi, sarebbero i calici riproposti sulla facciata dell’edificio.

Inutile dire che nemmeno la ricerca del Politecnico è mai stata provata: l’Indiana Jones subalpino non ha un nome. Ma perché il Sacro Graal dovrebbe essere proprio a Torino? Forse per la presenza contemporanea della Sindone, accenna sempre la Dembech: “E intanto, la Sindone sonnecchia avvolta su se stessa, come Kundalini nel cesto. Ed il Graal veglia su di essa dall’alto della cupola dl Guarini, tutta traforata come se la Luce debba emanare da qui verso l’esterno, verso la città magica bagnata dai due fiumi. Perché da qui dovrà scatutire la scintilla”.

Fonte: Giuditta Dembech, Torino Città Magica, 1°vol, edizioni L\’Ariete