Si le pietre di via Palazzo di Città… avete letto bene. E’ una via corta che parte da Piazza Castello, sul fianco della Chiesa di San Lorenzo (bellissima) e finisce davanti al Municipio, nella piazza che prende lo stesso nome della via, Palazzo di Città appunto. Nel primo tratto è stretta e buia, con piccole botteghe e ristorantini appena nati, attraversa via XX Settembre e si tuffa nella seconda parte, con negozi di abbigliamento alternativo che ricordano un po le botteghe del Marais a Parigi. Non è mai molto frequentata, anche se è degna di nota. Ha una delle più belle chiese del centro storico, la Basilica del Corpus Domini, con la sua facciata barocca della metà del 1600, affacciata sulla piazzetta prima del portici, che racchiudono negozietti di modernariato e di oggettistica vintage. La piazzetta del Corpus Domini, contornata dai palazzi d’epoca, mostra di se l’enorme piercing gocciolante di sangue blu, quasi a volersi contrapporre alla sacralità del posto. Tutta la strada è lastricata, dall’inizio alla fine, ed è questo che la rende piacevole. Sembra quasi un angolo dimenticato, i portici poi, sono un tuffo nel passato e spesso sono stati usati per rappresentare la “Torino vecchia” in set cinematografici, proprio per quel sapore antico che da alla strada un velo di polvere indelebile. Alla fine la via si apre alla piazza , ex” delle erbe”, davanti al municipio, dove ancora oggi si allestiscono mercatini artigianali, con vendita di prodotti caseari, biologici e tipici piemontesi e non, e dove fa bella mostra di se la statua del Conte Verde, “riparata” dal “tappeto volante” di Daniel Buren, un enorme opera fatta di lanterne luminose che non stona assolutamente nel contesto, ma anzi, che ne esalta tutta la bellezza.
E camminando li oggi, ho potuto assaporare tutto questo in poco più di 500 metri, dal rumore delle scarpe sulla pietra, all’eco delle voci della gente, un angolo di bellezza che Torino ci offre, lei, la timida, gelosa dei suoi tesori e generosa con i suoi amori.
Armando Di Dio Martello