Tre sorelle, così vicine  ma anche così lontane. Una abita in piazza Castello, agiata, raffinata, minuta, ma così “chic” da meritarsi uno dei Caffè più belli di Torino e l’ingresso su piazza Carlo Alberto.

La seconda è un po’ più mondana, vive in via Roma, recentemente restaurata, ha volte di vetro a cupola ed un cinema famoso oltre a negozi scintillanti di griffe rinomate. Lei, la terza è povera… ma non meno bella. Vive alle spalle di via Milano, a ridosso del mercato di Piazza della Repubblica e come la gente del posto è modesta, ma con grandi potenzialità. Se fosse nata a Parigi l’avrebbero chiamata Vivienne, lucidata e decorata a dovere, ne avrebbero fatto il centro della vita mondana del quartiere, con ristoranti e bistrot, brasserie e negozi alla moda.

Le tre sorelle di cognome fanno Galleria e di nome in ordine, Subalpina, S.Federico e lei la poverina, Umberto I. Inaugurata nel 1889, vanta una bellissima copertura in vetro e metallo. Il pavimento in piastrelle di marmo bicolore, si allunga per tutta la navata centrale ed anche per i corridoi laterali. Pregevoli stucchi l’adornano, rendendola bella ma mai esuberante o pretenziosa. Sta li, un po’ dimenticata, con piccole botteghe anonime e qualche bar sopravvissuto, eppure sa di meritare molto di più.

Non so se nel futuro prossimo ci siano progetti per lei, io la trovo bella, più vicina al mio cuore. Sogno per lei la musica del tango argentino, con tangueros appassionati di milonga che volteggiano sensuali lungo i corridoi illuminati, fra gli sguardi ammirati dei presenti. Ne farei la galleria dei vecchi bistrot, dove poter mangiare pesce fresco e cocchiage, su tavoli rotondi con carta paglia come tovaglietta, ed eleganti camerieri dal grembiule lungo fino ai piedi o il fadale bianco per le donne. Sogno per lei la musica tzigana, o il valzer dei Balcani, per coppie di amanti agè, che si abbracciano con eleganza al suono dei violini, fra botteghe di fiori e negozi di antiquariato del vicino Baloon. Invece è li, stanca, sola e intristita dall’incuria di chi non sa cogliere tanta bellezza. Adagiata come una bella signora che non ha più ammiratori, sogna un cavaliere che le porga la mano e che la porti a ballare ancora una volta, al ballo delle debuttanti. Andare alla galleria Umberto I non è un obbligo ne una missione, è rendere omaggio ad una signora d’altri tempi, alla popolana del mercato che a sera, come una bellissima Cenerentola, ama vestirsi per il ballo….

Armando Di Dio Martello